L’oca, folklore e tradizione

Il culmine della manifestazione si raggiunge nell’ultimo fine settimana con la famosa e attesa “disfida dell’Oca”. L’Oca è e rimane senza ombra di dubbio la mascotte, l’elemento portante dell’Autunno Ciarlasco. I preparativi durano parecchie settimane e in questo tempo i “ rigiu’” allenano i palmipedi che rappresentano la propria contrada. Le oche devono compiere un percorso guidate dalla voce del conduttore che non può assolutamente toccare l’animale. Il tifo è vivace e l’entusiasmo dei vincitori sale alle stelle durante la premiazione. Alcune oche che hanno partecipato al Palio sono divenute un vero e proprio mito per i cittadini di Lacchiarella.

L’oca è un grosso palmipede domestico che ancora oggi in certe zone, specialmente nel Nord-America vive allo stato selvaggio. Ha la carne prevalentemente grassa, un tempo assai pregiata quale necessario alimento per il sostentamento alimentare. L’oca è assai frugale, considerarsi onnivora ed autosufficiente, vive e si riproduce anche su terreni incolti purchè in prossimità dell’acqua. Per velocità di accrescimento supera ogni altro volatile da cortile, se ben nutrita può raggiungere, in 70 giorni, oltre 4 Kg. di peso. Gli orientamenti del gusto del consumatore hanno per parecchio tempo fatto si che la carne d’oca fosse ritenuta troppo grassa e pertanto il suo utilizzo diminuisse. Ma ora questo prodotto si è rivalutato un’accresciuta conoscenza, una serie di prodotti derivati dalla sua preparazione ne ha fatto un prodotto ricercato ed apprezzato.
In Francia e nell’Alsazia ancora oggi, l’oca viene allevata in speciali “stabilimenti” per ottenere, oltre le carni, il piumino, il grasso e il famoso fegato (foie grass). Da noi, specialmente nella Pianura Padana, per l’agricoltore povero sostituiva il maiale, tant’è che i salami d’oca, una volta presenti sui deschi umili, sono ora prodotti e ricercati quale lecornia tradizionale di un passato rurale. Nei paesi anglosassoni e del nord, in particolari ricorrenze festive, l’oca sostituisce il tradizionale tacchino e viene preparata farcita con aromi e particolari ripieni. Nel lacchiarellese, vige ancora l’usanza nei mesi autunnali, prepararla in bottaggio, cioè la famosa “cassoeula con l’oca”.