La storia del Palio

L’idea di dar vita al Palio delle Oche è nata nel 1976 da un gruppo di amici di Lacchiarella che, riunendosi all’Osteria Monte Grappa, cercavano, attraverso un evento del tutto particolare, di promuovere all’esterno l’immagine del paese e delle sue tradizioni. Perché le oche? Lacchiarella fin dai tempi antichi era nota per l’allevamento di questi simpatici animali da cortile. Nel 1833, in una descrizione del paese, Cesare Cantù descriveva Lacchiarella come “paese famoso per le sue oche”. Si aggiunga a questo particolare la suddivisione dell’abitato in quartieri che localmente vengono definiti “cantoni”. La denominazione di ogni cantone si riferisce in genere ad un edificio oppure ad un ponte oppure ad una chiesa.
Abbiamo così sette cantoni, ognuno con i propri costumi d’epoca ed i rispettivi colori. I rappresentanti dei sette cantoni, gelosi delle proprie prerogative (quasi come le contrade del Palio di Siena), si assunsero il compito di selezionare ed allevare delle oche particolarmente dotate e di farle partecipare, una per cantone, ad una gara che si sarebbe svolta su un percorso tracciato lungo le vie principali del paese. Le oche avrebbero corso libere, seguite da un conduttore che le avrebbe sollecitate solo con la voce. Al cantone vincitore sarebbe stato consegnato il Palio dal sindaco di Lacchiarella.
E così nel 1976 si svolse il primo Palio. Il successo della manifestazione, per entusiasmo, partecipazione di pubblico locale e di visitatori esterni, andò al di là delle più rosee previsioni degli organizzatori.
Quest’anno siamo alla 36° edizione. Nonostante si ripeta da anni, il Palio è capace di conservare in sé il gusto del nuovo e l’amore per la tradizione ed è in queste due forze motrici che ogni anno ritorna in paese questa festa unica ed inimitabile. Durante le tre settimane del Palio (l’ultima di settembre e le prime due di ottobre) non si parla d’altro: sostenitori della manifestazione, ma anche “detrattori” sono impegnati nella disamina dell’evento. E’ una partecipazione globale del paese nella quale tutti, giovani e anziani, uomini e donne, sono impegnati a commentare, suggerire, analizzare (come alla moviola) tutti gli elementi che compongono il Palio. Lacchiarella, che negli ultimi anni ha avuto un sensibile incremento demografico, vede nel Palio una grande occasione di socialità e di unità. Moltissimi nuovi ciarlaschi (gli immigrati, comunitari e non, sono oltre 400) entrano in contatto con i Cantoni, con il Comitato organizzatore, con i gruppi che si esibiscono, contribuendo a fare del paese un luogo vivo dove le persone si conoscono e interagiscono. A questo si aggiungano le migliaia di visitatori provenienti oltreche dai paesi limitrofi anche da tutta la Lombardia. E’ stato calcolato che nel giorno della corsa delle oche la popolazione di Lacchiarella si triplica con non pochi problemi organizzativi a cui fanno fronte, collaborando tra loro, la Polizia Locale, i Carabinieri e la Protezione Civile.
E’ una grande festa popolare che piace a tutti, non solo ai ciarlaschi, perché fa rivivere tradizioni ormai scomparse in molte parti d’Italia ed è forse per questa ragione che un importante giornale inglese, il Daily Mirror, alcuni anni or sono ha dedicato un lungo articolo al Palio dell’Oca di Lacchiarella.